16-17 Agosto 2012
Neelbagh School… è il nome della scuola/casa famiglia gestita dall’organizzazione Ashraya che siamo andati a visitare in questi due giorni, restandoci anche una notte. E’ distante circa 100 km da Bangalore e per percorrerli ci mettiamo ben 3 ore e mezza di viaggio in autobus… la maggior parte della strada percorsa non era asfaltata, terriccio polveroso pieno di buche, anzi forse è più corretto chiamarle voragini… il tutto vissuto su di un autobus di almeno 30 anni fa al quale è praticamente impossibile affiancare la parola ammortizzatori. I nostri sederi, ginocchia, costole, teste, sono stati messi davvero a dura prova, ad ogni buca presa dalla ruota corrispondevano salti e lividi… ma siamo sopravvissuti!
Il paesaggio intorno a noi piano piano si dipingeva di colori, suoni e profumi diversi da quelli della città, i piccoli villaggi attraversati avevano il sapore di posti fatti da gente semplice, umile, contadini che lavorano la terra o commercianti che aprono le proprie botteghe; se già a Bangalore turisti se ne vedono pochissimi, qui crediamo proprio non ne vedessero da anni.
All’arrivo alla Neelbagh School veniamo accolti da alcuni bambini sorridenti e gioiosi di vederci, un saluto veloce con loro poi andiamo dal Direttore a fare due chiacchiere.
Ci presentiamo e spieghiamo ciò che facciamo e quello che vorremmo fare anche nei prossimi anni. Ci presenta la scuola e ci spiega la giornata tipo degli studenti, fatta di lezioni, pause per mangiare, ore dedicate allo studio ma anche ore dedicate allo svago e alla creatività. Ci sono lezioni di matematica, scienze, lingua inglese, lingua kannada, ma anche lezioni di cucito, musica, danza…
I bambini presenti in struttura sono più di 300 e variano da un’età che va dai 3 ai 16 anni. Sono un centinaio circa i bambini che restano nella struttura anche dopo la fine delle lezioni che è intorno alle ore 16, questi bambini vivono qui, questa scuola è la loro casa perché non hanno famiglia o le famiglie sono troppo povere per occuparsi di loro e della loro istruzione. La struttura è davvero molto ben tenuta, ci sono molte aule per le lezioni e spazi per lo svago e le attività esterne, è circondata da verde ed è frequentata anche da molti animali tra cui corvi davvero giganteschi e simpaticissime scimmie che alla fine di ogni pranzo colazione o cena vanno a ripulire il grande porticato dove si consumano i pasti.
Abbiamo pranzato, cenato e fatto colazione insieme a loro mangiando rigorosamente con le mani come la buona tradizione vuole… vi chiedete cosa abbiamo mangiato? Risposta semplice. riso a colazione, riso a pranzo, riso a cena! Eh già qui è il piatto forte… probabilmente anche perché è l’unico cibo disponibile sempre.
Anche la corrente qui è un bene prezioso, infatti arriva solo in alcuni orari della giornata e diciamo che chi l’attacca non è nemmeno troppo preciso, l’aspettavamo per le 18.30 del pomeriggio invece è arrivata alle 21… per fortuna hanno un piccolo impianto fotovoltaico e quindi con l’energia solare riescono ad illuminare almeno ciò che serve, cioè il grande porticato esterno dove si mangia, il resto della struttura è da percorrere con in mano una torcia, non si vede ad un metro, buio pesto, ma grazie a questo buio abbiamo potuto gustare il sapore dolce e magico di una stellata incredibilmente luminosa, quasi come se fossimo in alta montagna, che bello!! La bellezza delle cose semplici che ti lasciano a bocca aperta!
La nostra notte è stata animata, diciamo così, dal rumore sui tetti delle scimmie e dei corvi, e anche dai topolini, uno di loro in camera delle ragazze si divertiva a fare giro-giro-tondo nel sotto tetto, avvistato già nel pomeriggio “Lancetta la spavalda” dichiara: “ma sì Nibs cosa vuoi che sia”, in piena notte poi non è più molto spavalda e urla: “Nibs, Nibs, c’è il topo, accendiamo la luceeee!”…. un altro topino in camera dei ragazzi si è mangiucchiato un pezzo di pane lasciato sulla scrivania, ma c’è il sospetto anche che possa essere stato uno scarafaggio, detto il bagarozzo, che appena accesa la luce si è cappottato fingendo di essere morto, scoperto poi se l’è data a gambe molto rapidamente, Titha l’ha rincorso fino a schiacciarlo… involontariamente…
Abbiamo giocato insieme a questi bambini di tutte le età, ci hanno fatto ascoltare i loro canti tipici, ci hanno mostrato i loro balletti, abbiamo riso e ci siamo divertiti insieme, bambini e ragazzi stupendi con occhioni grandi grandi e visi dai lineamenti delicati.
Con alcuni di loro abbiamo improvvisato anche qualche piccolo laboratorio della durata di un paio d’ore: Titha insegnava a creare braccialetti, Nibs e Lancetta hanno realizzato un laboratorio creativo di disegno, Farby e Ciucchero un laboratorio per costruire palline da giocoleria. E’ stato un successo, i ragazzi/e hanno partecipato con molto interesse e soprattutto con molta partecipazione e i risultati dei lavori sono stati ottimi! Braccialetti e palline li abbiamo lasciati logicamente a loro, i disegni li abbiamo portati con noi… una bella esperienza e se pensiamo che è stata davvero quasi tutta improvvisata, bhè organizzandola per bene e in maniera un minimo continuativa, il risultato potrebbe essere molto migliore!
Dato che uno dei nostri obiettivi di quest’anno è quello di gettare le basi per le missioni future dei prossimi anni, l’idea che ci è balenata per la mente è che questa struttura potrebbe essere un punto di appoggio per la missione dell’anno prossimo. Il fatto che sia così lontana dalla città di Bangalore ci ha fatto pensare alla possibilità di restare in questa struttura per una delle 2/3 settimane di durata della missione. L’idea di fondo sarebbe: una settimana in città e una settimana alla Neelbagh School. E’ ancora solo un’idea ma quando l’abbiamo esposta al Direttore era molto molto felice e ci ha detto che è sicuramente possibile farlo!
In questa struttura serve anche dare una mano durante le lezioni del mattino e del pomeriggio, ad esempio sarà possibile aiutare i bambini a studiare l’inglese, il maestro di musica ci ha proposto di aiutarlo ad insegnare a suonare alcuni strumenti, ci potrebbe essere la possibilità di inserire nel programma settimanale un’ora di lezione sul claun sociale… insomma tante cose, tante idee, tanti sogni che possono però diventare concreti!
Noi personalmente ci siamo divertiti molto a stare con questi bambini / ragazzi, condividere seppur per poco la loro vita quotidiana, i pasti, le lezioni, i giochi, le attività. il saluto è stato davvero emozionante e ci è successo di aver lanciato una promessa… quella di tornare! Una promessa che non è personale, nel senso che non è stata detta con singoli nomi e cognomi, è stata pronunciata a nome di Vip Verbano, a nome di tutti noi!
Vi lasciamo immaginare come sia stato il viaggio di ritorno…
Vi abbracciamo tutti cuore a cuore. un abbraccio da questa India che conquista sempre di più i nostri sogni!
Farby Lancetta Nibs Ciucchero Titha