Condivisione di Lancetta
Ciao claunelli,
questa mattina è stata ricca di emozioni intense e molto forti che faccio fatica ad esprimere ma ho bisogno di scrivere o almeno tentare di scrivere ciò che ho nei miei pensieri.
Siamo ritornati nella struttura di bimbi disabili fisici e mentali seguita dalle suore di Madre Teresa. Questa struttura ospita 45 bimbi suddivisi su due piani; al piano inferiore ci sono circa 20 bimbi con disabilità che comunque gli permettono di uscire nel cortile della struttura. Mentre i rimanenti, al piano superiore, sono completamente incapaci di mangiare, muoversi e parlare e restano tutto il giorno nella struttura.
Appena siamo arrivati, alcuni bimbi che erano già lì nel cortile, ci hanno riconosciuto e hanno iniziato a ripetere: ”balloon, balloon”. Abbiamo indossato il nostro Naso e ci siamo immersi nel loro mondo pronti a giocare con loro, a fare palloncini, giocolare e usare la fantasia.
Ad un certo punto hanno portato nel cortile Shniga, bambina di 10 anni affetta da una grave patologia della pelle su tutto il suo piccolo corpicino. Fortunatamente la faccia non è stata coinvolta, ma il resto del corpo sì e per questo indossa una coperta che la copre tutta e la mantiene al caldo.
Immediatamente mi sono avvicinata a lei che il giorno prima aveva interagito con noi ma pochissimo. Ho incrociato il suo sguardo così sofferente e silenzioso e mi sono sentita come chiamata. Credo di non aver mai visto così tanta sofferenza prima. Shniga esprimeva la sua sofferenza non solo visivamente ma anche attraverso i suoi bellissimi occhioni ma di un triste che fa rabbrividire.
Mi sono avvicinata a lei che impassibile mi ha detto: ”push”. Voleva essere spinta e fare un giro intorno alla struttura. Prima di iniziare le ho domandato dove volesse andare, quale posto avrebbe voluto visitare. Lei è rimasta in silenzio, sorpresa dalla mia domanda.probabilmente mai nessuno prima le aveva chiesto dove volesse andare di preciso ma si sarà limitato a spingerla come lei chiedeva. Allora, gliel’ho richiesto: ”Which place do you want to see right now?” e lei questa volta mi ha risposto con una vocina flebile: ”I don’t know”.
Allora le ho proposto se le andava di vedere le montagne italiane, le ho spiegato che avremmo visto molti animali, molte persone diverse..saremmo andati in un posto tranquillo e silenzioso.
Lei incuriosita mi ha risposto che avrebbe voluto vedere quel posto che le stavo descrivendo.
Allora dopo un ”Are you ready?” siamo partite alla volta della montagna.
Durante il percorso ci siamo imbattuti in animali strani (ogni tanto apparivano pappagalli, conigli… rappresentati da ciucchero e farby) per poi raggiungere finalmente la nostra meta!!
Una volta arrivate ci siamo fermate a contemplare le montagne silenziose. Le raccontavo quali paesaggi spettacolari regala la montagna, le alpi italiane in particolare. Lei mi ascoltava incuriosita… con questi occhioni che non esprimevano più tristezza ma curiosità immensa. Ho ancora lì ferma tra i miei pensieri l’immagine dei suoi splendidi occhi scuri che si erano ravvivati. Che occhi luminosi aveva Shniga in quel momento! Continuavo a pensarlo e non riuscivo a non dirglielo… ho aspettato un attimo e in inglese gli ho detto ”Your eyes are beautiful”. Lei mi ha guardato e dopo un attimo mi ha sorriso! Wow!
Da lì in poi si è aperta un sacco.Ad un certo punto, mentre giravamo con la fantasia per l’italia mi fa: ”Can we go to Cubbon Park?” A quella domanda sono rimasta senza parole… era lei che ora avrebbe voluto portarmi in un famoso parco di Bangalore.
E poi… una volta arrivati lì con la fantasia ma in realtà eravamo dietro la struttura, vicino al cancello, mi ha chiesto cosa vedessi al di là.
Ho iniziato a raccontarle tutto per filo e per segno, senza trascurare i dettagli.
Ad un certo punto il discorso è finito su cosa ci piace mangiare e lei mi ha confessato che quando verrà in Italia vorrà assaggiare le uova italiane. Non so perché proprio quello ma sicuramente un significato ce l’ha. Sono rimasta senza parole alla fine del nostro viaggio perché era riuscita a sorridermi più volte con una semplicità e luminosità spaventosa.
Ogni volta che voleva coprirsi mi chiamava per nome e le sistemavo la coperta.
Ci siamo cercate a vicenda… abbiamo trascorso praticamente tutta la mattinata insieme nel cortile… ricercando la tranquillità e il sole! Si perché lei adorava il sole, la riscaldava e la faceva stare bene… Abbiamo costruito anche un paio di occhiali da sole con i palloncini…
Ho ancora fissa nel pensiero l’immagine dei suoi occhi, così delicati, di una dolcezza infinita e mi chiedo come tutto questo sia possibile.
Prima di andare via ho ritrovato i miei compagni in una stanza all’interno della struttura. Dritto davanti a me Ciucchero stava dando da mangiare a un ragazzo seduto nel seggiolone, Farby sulla sinistra appena dopo l’ingresso ad un altro bimbo sempre sul seggiolone mentre Nibs era seduta sulla sinistra e stava cercando di imboccare un bimbo che era sdraiato su un materasso perché le malformazioni che aveva erano talmente gravi che gli impedivano di muoversi. Ad un certo punto una signora mi si è avvicinata e mi ha consegnato una ciotola e un cucchiaio.
Mi ha fatto sedere davanti a Nibs praticamente e mi ha invitato a imboccare il bimbo che avevo davanti. Ho ascoltato le indicazioni che mi dava per fare in modo di mantenere il bimbo, che come quello di Nibs non poteva muoversi, in posizione seduta. Ho iniziato a imboccarlo ma lui non apriva a bocca, in mille modi e lingue cercavo di fargli capire come fare ma nulla.
Finchè ad un certo punto, seppur molto lentamente, iniziava a mandar giù qualcosa.
Il problema era che continuava a scivolare in giù e a sdraiarsi. Avevo tremendamente paura che si ingozzasse. Più volte tossiva e io ero sempre più terrorizzata.
E’ stato un momento difficile. Vedevo Nibs, Farby (o meglio lo sentivo pronunciare Sunil joddi akka), Titha e Ciucchrto fare la stessa cosa. Le signore che lavoravano lì ridevano per come Farby stava ripetendo la frase che gli avevano detto di dire per imboccare il bimbo che aveva davanti. E grazie a quel momento di risate, mi sono rilassata e ho cercato di continuare a fare ciò che facevo.
Mi porto dentro gli occhi di quel bimbo che stavo imboccando… ad ogni boccone voltava la tasta verso di me e con quegli occhi grandi mi osservava. Io lo accarezzavo e lo incoraggiavo a mangiare anche se in quel momento avrei voluto essere da tutt’altra parte.
E’ stato un servizio davvero forte… e voglio ringraziare voi 4 (Ciucchero, Farby, Nibs e Thita) perché se in questi giorni trovo la forza di condividere certe emozioni è perché si è creata una bella sintonia tra di noi… so che in situazioni difficili come quella di oggi voi ci siete!
Grazie.
Un abbraccio a tutti e grazie anche a voi perché vi sentiamo vicini
Lanc